Psoriasi e tatuaggi

Psoriasi e tatuaggi: meglio evitare?

I tatuaggi possono peggiorare la malattia nelle persone che ne soffrono? E possono portare alla sua manifestazione nelle persone che, invece, non ne sono affette?

Cominciamo ricordando cos’è la psoriasi. È una patologia infiammatoria cronica della pelle che si manifesta attraverso la comparsa di chiazze rosa o rosse di pelle ispessita e squamosa. Solitamente le chiazze appaiono su gomiti, cuoio capelluto, ginocchia e la zona vicino all’osso sacro.   

Qualora le chiazze compaiano in aree traumatizzate parliamo di fenomeno di Koebner

Il fenomeno di Koebner può attivarsi in conseguenza a diversi fattori. Uno di questi può essere, ad esempio, sottoporsi a un tatuaggio. Quindi, chi soffre di psoriasi e fa un tatuaggio corre il rischio di innescare il fenomeno di Koebner e, dunque, di far apparire le chiazze proprio in prossimità del disegno. 

Tatuaggi e peggioramento della psoriasi

Circa il 25% delle persone affette da psoriasi ha mostrato un peggioramento della malattia dopo essersi sottoposte a un tatuaggio. 

Infatti, è probabile che, dopo alcune settimane dalla seduta di esecuzione del tatuaggio, si manifestino i sintomi della patologia. Parliamo di arrossamento e desquamazione della pelle nella zona interessata dal disegno. 

Il tatuaggio potrebbe provocare l’aggravamento delle lesioni della psoriasi conseguentemente al trauma cutaneo causato dalla realizzazione del tatuaggio. Potrebbe anche capitare che le lesioni della psoriasi invadano la zona interessata dal tatuaggio compromettendone la riuscita.

Psoriasi tatuaggi e sindrome di Koebner

La sindrome di Koebner è una reazione cutanea che compare in 1 paziente con la psoriasi su 4 dopo aver subito una lesione traumatica cutanea. Questa può essere di diversa natura.

Intendiamo, per esempio, ustioni, punture di insetto, traumi fisici, farmaci, reazioni allergiche, incisioni chirurgiche. Questa gamma di fattori scatenanti annovera anche la realizzazione di un tatuaggio. Si tratta, infatti, di un evento traumatico per la pelle che può portare al manifestarsi del fenomeno di Koebner nelle persone affette da psoriasi.

Il meccanismo che innesca la sindrome è il rilascio di DNA metilato e di peptidi antimicrobici (piccole proteine) da parte delle cellule della pelle danneggiate. DNA metilato e peptidi antimicrobici attivano le cellule del sistema immunitario innato provocando la reazione infiammatoria che si manifesta nella formazione delle placche psoriasiche. 

La grandezza del tatuaggio non influenza il rischio di sviluppare il fenomeno di Koebner, mentre alcuni pigmenti usati per i tatuaggi (come il rosso e il giallo) possono provocare una maggiore attivazione del sistema immunitario in quanto immunogenici o irritanti.

Tatuaggi e sviluppo della psoriasi

Anche le persone apparentemente sane corrono il rischio di sviluppare la psoriasi in seguito a un tatuaggio. 

Gli esperti dicono che ci sono sempre più casi di persone che hanno manifestato la malattia dopo aver eseguito un tatuaggio.

Questo perché l’immissione sottopelle di pigmenti disturba l’equilibrio della pelle e può causare una reazione infiammatoria locale. Tale reazione può essere il primo passo verso la comparsa della psoriasi in persone che non ne sono affette e che non hanno mai mostrato sintomi in precedenza. 

Sono persone indubbiamente predisposte. In questi casi, il tatuaggio può essere ciò che porta all’infiammazione cutanea che attiva il sistema immunitario che, di conseguenza, li porta alla malattia. 

Almeno il 10% della popolazione, stimano gli esperti, ha uno o due geni che possono facilitare lo sviluppo della patologia. Solo nel 2-3% dei casi, però, questa si manifesta. Significa, quindi, che i geni si combinano con taluni fattori esterni scatenanti. Uno di questi può essere, appunto, fare un tatuaggio. 

Insomma, fare un tatuaggio potrebbe essere la causa scatenante della patologia rimasta sopita sino ad allora. L’introduzione di pigmenti nella pelle, infatti, disturba l’equilibrio cutaneo e potrebbe causare una reazione infiammatoria anche seria, che potrebbe sfociare in psoriasi in soggetti rimasti asintomatici fino a quel momento.

Entro quanto avviene la reazione?

La reazione infiammatoria psoriasica a livello del tatuaggio può svilupparsi nel giro di due – quattro settimane dalla sua realizzazione. Ci sono stati, però, casi in cui il fenomeno si è manifestato anche più tardi.

Non esiste, dunque, un tempo standard entro il quale compaiono eventualmente le chiazze psoriasiche. Queste possono comparire, infatti, dopo pochi giorni o settimane dall’esecuzione del tatuaggio come anche dopo alcuni mesi. 

Le lesioni psoriasiche a seguito della realizzazione di un tatuaggio possono apparire sia nella zona interessata dal tatuaggio sia in altre aree del corpo. 

Psoriasi e protocollo Ratokderm

Come già detto, è assolutamente prevedibile che se un paziente soffre di psoriasi nel punto in cui decide di farsi un tatuaggio poi compare la manifestazione della patologia proprio in quel punto.

In questo caso, per il trattamento e quindi anche per il mantenimento dal punto di vista estetico del tatuaggio stesso, si può ricorrere senza problemi alle sedute di fototerapia. Queste infatti non comportano l’applicazione di principi attivi farmacologici che potrebbero appunto interferire dal punto di vista estetico con il tatuaggio. Sono infatti oltre che esenti del tutto da effetti collaterali sul tatuaggio stesso, assolutamente risolutivi della patologia.

Nel caso specifico si tratta della fototerapia metodologia Ratokderm che è fattibile sia sotto forma di microfototerapia mirata che sotto forma di total body.

Conclusioni

Esiste, dunque, un legame tra psoriasi e tatuaggi.

Per tutto ciò che abbiamo detto finora, i tatuaggi non sarebbero consigliati per chi ha la psoriasi

Chi soffre di psoriasi dovrebbe essere informato a dovere sui rischi che corre se effettua un tatuaggio. Il tatuaggio può condurre la patologia a comparire anche in zone del corpo dove non si era mai sviluppata prima, peggiorando, così, la situazione complessiva del paziente.  

Tatuaggi e psoriasi: consigli finali

Se il paziente affetto da psoriasi non vuole astenersi dal fare un tatuaggio, dovrebbe comunque seguire questi consigli: 

    • evitare di sottoporsi a un tatuaggio se, già in precedenza, si è manifestato in lui il fenomeno di Koebner 
    • rivolgersi a un dermatologo
    • affidarsi a uno studio di tatuaggi che rispetti le norme igieniche
    • fare un tatuaggio molto piccolo e in una zona poco visibile per vedere come reagisce la pelle 
    • seguire accuratamente le norme di detersione e disinfezione successive alla realizzazione del tatuaggio e rivolgersi al dermatologo se compaiono nuove placche psoriasiche
    • tenere idratata la pelle nell’area tatuata per scongiurare ulteriori sollecitazioni della cute

Ricapitolando, è meglio che i soggetti affetti da psoriasi o soggetti a rischio evitino i tatuaggi. Se sono già stati fatti, consigliamo di tenerli monitorati regolarmente. Inoltre, in caso di comparsa delle prime manifestazioni della reazione infiammatoria, è necessario rivolgersi al dermatologo. In questo modo, si evita che i sintomi peggiorino e la malattia si estenda e si aggravi. 

 

Si conclude qui il nostro articolo “Psoriasi e tatuaggi”. Per avere ulteriori informazioni o per prenotare un consulto, non esitare a contattare in nostri medici professionisti del settore.

 

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